Andrea, sei anni a Londra, ora il progetto di un Coffee Cycle

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C’è chi dice che Londra sia la città dove gli italiani siano sfruttati, malpagati e che trovino sempre i lavori più umili e faticosi.

Questa è la versione di chi in questa città ci viene per scappare, ci viene senza un progetto, ci viene perché è la moda del momento, perché ha letto nei magazine delle fortune di altri italiani che qui hanno fatto business e non sa che in realtà sta avendo la possibilità di cominciare un grande viaggio e come tutti i grandi viaggi ci vuole una buona organizzazione nel preparare la valigia, ma soprattutto conoscere la destinazione, il punto di arrivo. E Crederci, crederci fortemente.

Londra è una città competitiva dove non ti regala niente nessuno, dove quello che vuoi ottenere lo otterai solo con la perseveranza, sacrificio e una buona dose di umiltà, che fa da benzina per accendere il motore della tua macchina del futuro.

E lo sa bene Andrea Corda, 27 anni, partito da Cagliari quando ne aveva 21 senza sapere la lingua, ma con il forte desiderio di ottenere qualcosa di più dalla sua vita che un posto da discoccupato in Sardegna, così in un giorno qualsiasi di sei anni fa ha dovuto salutare i suoi amici con cui era cresciuto, i suoi genitori, la sua terra splendente rishiando di proprio e una volta arrivato nella 12968048_10209243235223906_6037383015853489283_o-3metropoli inglese non ha perso tempo. In tre settimane ha trovato lavoro come lavapiatti, orari improponibili, un lavoro duro pagato al minimum wage, ma Andrea ha aspettato di conoscere meglio la lingua, è entrato nel mood londinese, ha fatto le sue esperienze vivendo di poco fino a permettersi di poter puntare più alto, prima come aiuto Chef, poi Chef, poi Head Chef.

Oggi Andrea è barman e coffeemaker presso il Press Coffee and Co. in Fleet Street, una delle più prestigiose caffetterie del centro di Londra, ha una buona squadra di colleghi, si muove per la città con la bici, la sua grande passione, vive la città senza farsi scappare le opportunità che questo nuovo mondo gli offre e non si vuole fermare qui. Andrea ha un grande progetto ben disegnato nella sua mente. Aprire in uno dei punti nevralgici della città, forse il centro dice, forse Hackney, una caffetteria che funzioni da punto di incontro e socializzazione con assistenza meccanica per biciclette, perché qui a Londra vivono quasi dieci milioni di persone, cui oltre seicentomila si muovono in bicicletta.
Ecco il video dell’intervista

Perché hai scelto Londra?

Perché sapevo ci fossero molte opportunità, una grande apertura mentale, è un altro mondo.

Quanto tempo ci hai messo a tovare un lavoro?

Tre settimane, è stato molto semplice. Tanti dicono che non trovano lavoro, ma il fatto è che non lo cercano nemmeno o pretendono di voler fare lavori meno umili. Io i primi sette mesi ho fatto il lavapiatti. Avevo bisogno di un lavoro, non mi interessava altro. Punto.

Quanti lavori hai cambiato a oggi?

Sei.

Quali gratifiche hai ottenuto vivendo qui?

Rispetto, nessuno che ti giudica. Lavorativamente parlando ci sono un sacco di opportunità, se sei bravo ottieni promozioni, magari da niente senza che te l’aspetti diventi supervisor o assistant manager o head barista.

Come la immagini la tua vita se fossi rimasto in Italia?

Degrado! In Italia vedono che sai lavorare, allora ti mettono sotto, si prendono i tuoi meriti, invece se sei un pinco pallino che fa delle cazzate ti mettono a fare il manager, così le colpe le scaricano su te.

Quali sono stati i momenti difficili in questa città?

Qualche tempo dopo che ero arrivato. Il mio inglese non era buono e senza provarci avevo perso la voglia di stare a Londra, volevo andarmene, ma dopo ho pensato bene alle opportunità che avevo e ho resistito. E’ stato un momento.

12969328_10209243223063602_1055751176_nDove vivi e con chi?

Stratford, East London, siamo in cinque, tutti sardi a parte la mia ragazza che è di Ferrara.

Come ti trovi con la convivenza?

Con loro bene. Ma i primi tempi ho vissuto con altre persone di altre nazionalità, gente poco portata all’igiene, piatti sporchi per giorni sul lavandino e tante altre che non ti sto nemmeno a elencare. Persone che non hanno minimanmente rispetto per gli altri..storie di Londra insomma.

Come ti muovi per Londra?

Sempre solo con la bicicletta da due anni a questa parte. E’ healthy e risparmi, se calcoli che per viaggiare coi mezzi ci vogliono 37 pound al mese di oyster card che in un anno fanno più di 400 pound e con 300 ti puoi prendere una bici molto bella. Non sei in preda al traffico e ti muovi più velocemente. If you are in late is your fault!

Hai degli hobby?

Lo skateboard, ci sono dei bei posti dove divertirsi con lo skate, Camden Road, Victoria Park o Brixton, è bella anche la Southbank ha una bella pull, però è molto piccola.

Quale altra città sceglieresti per fare una nuova esperienza o cambiare vita?

Barcellona. Sole, mare, montagna, città, tutto insieme, quello che manca a Londra!

Ti manca l’Italia?

A volte si. Gli amici, la famiglia, l’aria di casa mia, la bella vita anche se quella non c’è più.

Cosa intendi per bella vita?

Quando ti trovi una sistemazione lavorativa che ti permette di vivere la tua vita vicino alla tua famiglia, ai tuoi amici, la bella vita è quando non sei costretto a scappare dal posto in cui sei nato per permetterti di avere un piatto sul tavolo. Quello che manca oggi a molti italiani.

Che consiglio vuoi dare a chi sta decidendo di trasferirsi a Londra?

Ragazzi, non aspettate, venite! Non abbiate paura, se siete capaci di fare qualcosa qui avete le porte aperte.
Never Give up!

Ho conosiuto Andrea nel caffè dove lavora, mi era piaciuto per la sincerità che traspare nei suoi occhi e nel suo modo di parlare con la cadenza sarda, terra a cui sono molto legato. Non ho mai piacere a portare alla luce personaggi dall’ego oltremisura che parlano di se stessi come macchine da guerra scampati all’apocalisse, ma scelgo sempre le persone più vere che possano dare quel valore aggiunto a chi cerca consigli per migliorare la propria vita e Andrea ho ponderato da subito potesse essere un ottimo esempio per tutti. Lealtà, umiltà, voglia di crescere professionalmente aspettando i tempi che la vita gli offre, disposto a cominciare da zero.

Come vedrete nell’estratto video ci siamo incontrati in un fine pomeriggio di aprile nel giardino del Pub on The Park, al London Fields park, nel quartiere di Hackney. Ci siamo bevuti qualche birretta dopo aver spento i microfoni, abbiamo incontrato alcuni suoi amici e abbiamo fatto buio tra le risate bevendo birre nell’aria fresca primaverile del parco.

E’ stata un ottima compagnia, un buon esempio per intendere lo spirito con cui credo chi voglia cambiare vita e investire su se stesso debba avere. E come dice Andrea, non abbiate paura, se siete capaci di fare qualcosa qui avrete le porte aperte.

Never give up!

 

Martino Serra


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