Il Metodo Callan: funziona davvero?

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Il “metodo Callan” fu elaborato a partire dal 1959 dall’insegnante di inglese Robin Callan.

Al giorno d’oggi, moltissime scuole propongono corsi basati su questa metodologia d’insegnamento.

Il corso si articola in 14 fasi, o “livelli d’apprendimento”, che furono rese pubbliche per la prima volta con l’uscita di 14 libri (uno per livello) nel 1960. Un anno dopo fu fondata la prima scuola “Callan”, pochi sanno che si trovava in Italia e per la precisione a Salerno.

Nel 1997 a Londra si potevano contare 70 classi e più di 2400 studenti che seguivano il metodo Callan, nel 2001 era ormai diffuso in ben 25 Paesi!

Nel 2008 Callan formulò un nuovo metodo appositamente studiato per il Teach-Each-Other, secondo il quale due alunni possono imparare l’inglese “insegnandosi” l’un l’altro.

Ma quali sono le caratteristiche del metodo Callan?

Ogni lezione viene divisa in 3 diversi blocchi:

– Ascoltare e parlare;

– Ripetere ed assimilare;

– Leggere e scrivere.

Durante i primi due blocchi l’insegnante mantiene un contatto diretto con gli alunni, con una sequenza rapida di domande-risposte (con una media di 50 domande all’ora). In questo modo allo studente non è concesso il tempo materiale per tradurre mentalmente la domanda nella propria lingua madre, uno degli ostacoli maggiori nell’apprendimento di un nuovo idioma.

Si tratta dunque di un metodo intensivo: se secondo l’università di Cambridge per raggiungere il livello “Preliminary” sono necessarie circa 350 ore di studio “tradizionale”, con il metodo Callan le ore necessarie si riducono a 80! Bastano dunque 240 ore di insegnamento Callan per raggiungere il livello successivo, che permette di conseguire il Cambridge First Certificate.

L’inglese si impara dunque più velocemente!

Quali sono gli ulteriori vantaggi del metodo Callan?

– Si può adattare a qualunque età e livello d’inglese;

– Il programma di “domanda-risposta” in rapidissima sequenza forza lo studente a parlare inglese fin dal primo minuto;

– La grammatica viene appresa in forma pratica (il che in un certo senso invalida il proverbio “meglio la pratica della grammatica“…);

– Gli studenti imparano attivamente e senza annoiarsi, il metodo di interazione continua favorisce il mantenimento della concentrazione necessaria senza gravare sulle capacità attentive della classe.

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Luca Cattaneo

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