L’Erasmus dopo la Brexit?

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Dopo la decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea, si è scatenato il panico anche tra i numerosissimi studenti Erasmus risiedenti in questa nazione, che accoglie parecchi studenti italiani (dei quali oltre 2000 sono arrivati solamente nel 2015).

Gli esperti affermano che sicuramente ci saranno grossi cambiamenti per tutti questi studenti Erasmus ma rassicurano dicendo che nessuno di questi sarà a breve termine, anzi il completamento dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea impiegherà probabilmente alcuni anni.

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Come varierà dunque il progetto Erasmus, che porta ogni anno migliaia di studenti europei a studiare in un Paese UE differente dal proprio?

Innanzitutto fare l’Università nel Regno Unito diventerà, per gli studenti italiani, ancora più caro, dato che non potranno più ottenere il prestito, in grado di coprire l’intera retta annuale e da restituire a rate a studi conclusi, rivolto a tutti gli studenti europei.

Gli studenti cittadini europei potranno invece ottenere un visto di studio, che permetterà loro di rimanere nel Regno Unito per un periodo di tempo limitato.

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In un’intervista a Flaminio Galli,  direttore dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire, egli precisa che la Brexit non ha causato l’interruzione immediata delle attività in corso, comprese quelle in programma ancora da attivare, ma spiace comunque l’esito del Referendum, poiché in futuro i rapporti tra università britanniche e quelle dell’unione europea potrebbero cambiare molto.

Ad ora il direttore si augura che il Regno Unito e l’Unione Europea trovino un accordo per quanto riguarda la mobilitazione transnazionale dei giovani partecipanti al progetto Erasmus ed è fiducioso nella flessibilità stessa del progetto, che non è legato ai soli paesi appartenenti all’Unione Europea.

Sarà quindi forse possibile continuare a studiare nel Regno Unito, dato che partecipano al progetto Erasmus anche i Paesi come Norvegia, Islanda o Turchia, che non fanno parte dell’Unione Europea.

 

Greta Gontero

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