Fish and Chips: storia, numeri e curiosità!

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Il piatto più rappresentativo della cucina britannica è senza ombra di dubbio il fish and chips.

Un piatto veloce e semplice, ideale per le frettolose pause-pranzo sulle strade di Londra!

Questa gustosa combinazione batte la concorrenza di piatti inglesi più tradizionali come il roast-beef o delle tante varianti di “pies” (torte salate): shepherd’s pie, pork pie, cottage pie…

Il fish and chips è un piatto a base di filetto di pesce impastellato e fritto. Solitamente in Inghilterra si può scegliere tra cod (merluzzo), haddock (eglefino, un pesce atlantico simile al merluzzo) e plaice (platessa).

La pastella può essere ricavata semplicemente da acqua e farina, ma per renderla più leggera si può aggiungere bicarbonato o per renderla più saporita niente è meglio di una buona birra (bionda o stout a seconda dei gusti)!

A fianco del pesce non possono mancare le chips (non chiamatele “French fries” all’americana…).

Le patatine fritte inglese si caratterizzano per uno spessore e una consistenza maggiore delle loro “cugine” d’oltremanica. Questo consente di mantenere relativamente più basso il contenuto di grassi per porzione dal momento che le patate assorbono meno olio di frittura.

In effetti, paragonato alle normali proposte delle catene di fast-food, il fish and chips non fornisce così tante calorie come si potrebbe pensare.

In media si tratta di circa 600 kcal per porzione, per fare un esempio l’accoppiata Big Mac+patatine arriva alla bellezza di 940 kcal!


Insieme alle patate possono essere serviti anche dei piselli bolliti o schiacciati, i tradizionali “mashed peas”.

Ad accompagnare il tutto una fetta di limone, salsa tartara, sale e aceto (quando viene servito il piatto, vi verrà quasi sempre chiesto se desiderate questi ultimi con la fatidica domanda “salt and vinegar?“).

Ma come è nata questa accoppiata vincente?

Nell’800 lo sviluppo della pesca a strascico e della rete ferroviaria consentì una consistente e rapida distribuzione del pesce fresco in tutta l’isola di Gran Bretagna.

Il procedimento di frittura del pesce era già conosciuto da tempo in Inghilterra, grazie all’emigrazione ebraica dai Paesi mediterranei. Ma secondo alcune teorie furono proprio gli italiani ad importare in Gran Bretagna (in particolare in Scozia) la tradizione del pesce fritto e a dare origine all’idea del fish and chips. Pare infatti che gli emigranti veneti sentissero la nostalgia di quello che era conosciuto nelle loro zone del nord-Italia come “scartosso de pés“, da mangiare in piedi o a passeggio.

Le teorie sono accreditate dal fatto che in Scozia esistono moltissimi fish and chips di proprietà italo-scozzese (Crolla’s e Valentini’s per fare un esempio).

Le patate fritte erano diventate famose come piatto tipico del Belgio, poco distante dalle coste Inghilterra.

Non si può sapere con precisione chi per primo abbia avuto l’idea di abbinare il fish alle chips, ma senza dubbio si può concordare sul fatto che sia stata un’idea brillante!

Si sa che il prodotto era già conosciuto ai tempi di Dickens, che lo annoverò nella sua opera più celebre, “Oliver Twist” (1838).

Per assorbire il grasso e servire la pietanza si iniziò ad utilizzare la carta di giornale. Ovviamente oggi per questioni d’igiene si usano fogli di carta per alimenti, ma alcuni di questi vengono ancora stampati all’esterno per emulare appunto i fogli di un quotidiano!

Il primo negozio specializzato in fish and chips ufficialmente riconosciuto a Londra fu quello di Joseph Malin, datato 1860.

Oggi esistono più di 11000 distributori di fish and chips nel solo Regno Unito e ogni anno pare che qui vengano spesi ben 1.2 miliardi di sterline… divorate sotto forma di fish and chips! 🙂

 

Luca Cattaneo

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